Diamo voce alle necessità delle persone che vivono senza stomaco. Una famiglia di migliaia di persone tra pazienti, familiari e caregiver.
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VIVERE SENZA STOMACO SI PUÒ
L'associazione
L’Associazione Vivere senza stomaco si può dal 2013 sostiene le persone senza stomaco condividendo informazioni e fornendo supporto psicologico per pazienti e caregiver.
L’obiettivo è sensibilizzare sulle problematiche legate alla diagnosi tardiva del tumore allo stomaco, promuovendo scelte sanitarie adeguate e centri multidisciplinari. Si intende diffondere consapevolezza su questa patologia spesso sottovalutata e offrire speranza a chi ha ricevuto da poco una diagnosi.
L’Associazione invita all’iscrizione per offrire supporto con vicinanza, affetto ed esperienza.
Chi siamo
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Tumore allo stomaco
Ad oggi (2021) 82.000 persone vivono dopo una diagnosi di tumore allo stomaco.
Rassegna Stampa
Una rassegna degli articoli in cui si parla di tumore allo stomaco e...di noi.
Eventi
In questa sezione, i convegni e le attività relative al tumore allo stomaco in Italia e all'estero.
Le nostre storie
Ci presentiamo con "il carico" di emozioni che si respira quando ci si mette a nudo.
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Video informativi, convegni in diretta e in modalità registrata, video ricette e consigli sull’alimentazione e su come affrontare il tumore allo stomaco attraverso le testimonianze dei dottori e dei nostri iscritti.
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Benvenuto dal Presidente
Claudia Santangelo
Benvenuti,
Siete nel sito dell’Associazione Vivere senza stomaco si può, un sito che intende, con l’aiuto dei nostri medici specialisti, offrire informazioni certificate su quanto un paziente, affetto da tumore allo stomaco, DEVE sapere per poter scegliere come curarsi, dove curarsi, cosa mangiare e quindi come vivere in modo soddisfacente la condizione di gastroresecato.
In linea trovate il libretto che Aiom (Associazione Italiana Oncologia Medica) ha predisposto, sulla base delle linee guida nazionali, per noi pazienti.
Troverete anche le nostre storie, cliccando sul nostro canale You Tube, oppure leggendole nella sezione preposta.
Tanti volontari, che pubblicamente ringrazio, donano anima, cuore e tempo per agevolare il percorso di vita di noi gastroresecati.
Vi racconto di me,
ma entrate e troverete diverse “storie di vita” con le quali confrontarsi e con le quali intraprendere un “viaggio” insieme.
Noi siamo una grande famiglia che si prende per mano.
Entra a far parte della nostra famiglia
ISCRIVITI ALL'ASSOCIAZIONE
L’iscrizione all’associazione rappresenta un passo importante per sentirsi comunità che progetta per migliorare la qualità della vita di chi vive senza stomaco. Agli iscritti inoltre è data la possibilità di avere la consulenza GRATUITA dei nostri esperti.
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L’iscrizione al gruppo consente la possibilità di entrare in una grande comunità che vive le stesse esperienze e che si prende per mano.
In questo luogo si condividono esperienze profonde di vita.
F.A.Q
Domande Frequenti
In collaborazione con il GIRCG
Il tumore dello stomaco è un tumore maligno (carcinoma o, ancor meglio, adenocarcinoma), che origina dalla sua parete, specificatamente dalla mucosa, lo strato che ne riveste la superficie interna, quella a contatto con il cibo. Può essere localizzato in diverse parti dello stomaco (delimitato in alto dal cardias, la valvola che separa lo stomaco dall’esofago, e in basso dal piloro, quella che lo separa da primo tratto di intestino o duodeno), ma più frequentemente nella sua porzione più distale (chiamata antro pilorico).
I sintomi non sono specifici e sono pressoché sovrapponibili a quelli di gastrite e ulcera, come
cattiva digestione, pirosi (bruciore allo stomaco), senso di ripienezza precoce o inappetenza, dolore, eruttazioni, nausea e vomito. Talora, soprattutto per le localizzazioni più alte, possono associarsi disfagia (difficoltà alla deglutizione) e, raramente, singhiozzo.
Altri sintomi, o meglio, segni indiretti della presenza di un tumore dello stomaco possono essere la progressiva perdita di peso e l’anemia (carenza di emoglobina e globuli rossi). Il dimagrimento spesso è rilevante e, soprattutto, non motivato da alcuna dieta volontaria: esso è il risultato tanto delle risorse energetiche “rubate” dalle cellule tumorali alle cellule sane, quanto dalla ridotta assunzione di cibi legata ai disturbi sopra descritti. L’anemia, invece, può essere asintomatica e riscontrata occasionalmente agli esami del sangue (emocromo) oppure può dare segno della sua presenza con eccessiva stanchezza, improvvisi comparsa o peggioramento di problemi cardiaci e respiratori, eventualmente con evacuazione di feci scure (melena) o, addirittura, emissione di sangue con il vomito (ematemesi).
L’esame per eccellenza per individuare un tumore gastrico è l’endoscopia del primo tratto digestivo (esofagogastroduodenoscopia, EGDS), che permette di vedere direttamente lesioni macroscopiche (ulcere, polipi) e, nel caso, di eseguirne biopsie, ovvero piccoli prelievi di tessuto gastrico su cui viene effettuato un esame microscopico (istologico) per valutare la presenza di cellule maligne.
Un esame indiretto, quindi aspecifico, che il Medico Curante può consigliare nel sospetto di un problema allo stomaco è la ricerca del sangue occulto fecale, ovvero la ricerca di prodotti di degradazione dell’emoglobina che, fisiologicamente, non è presente nelle feci. La positività a questo esame imporrà l’esecuzione di un approfondimento endoscopico (sulla base dei dati di incidenza, in prima istanza, del colon, poi dello stomaco).
Il tumore dello stomaco è una malattia ad origine multifattoriale, ovvero più fattori concorrono a provocare nelle cellule gastriche quelle modificazioni che porteranno poi allo sviluppo di una vera e propria neoplasia.
Uno dei principali fattori di rischio è l’infezione gastrica da parte di un batterio chiamato
Helicobacter Pylori, che provoca una gastrite atrofica che, a sua volta, favorisce l’alterazione
cellulare che determina il processo di cancerizzazione. La diagnosi può essere effettuata sia con l’EGDS che con metodi indiretti quale il “breath test” (test del respiro) e la sua eradicazione mediante una combinazione di antibiotici e antiacidi è sempre raccomandata.
Altri fattori di rischio sono legati alla dieta, ovvero all’assunzione di cibi pronti, che contengono
grandi quantità di nitriti (derivati del sale), cibi affumicati o mal conservati. Inoltre, l’abitudine al
fumo di tabacco e il consumo di eccessive quantità di alcool e carni rosse sembrano giocare un ruolo non secondario.
La prevenzione del tumore dello stomaco è possibile, innanzitutto, evitando i fattori di rischio sopra descritti. Ma, come detto, essendo l’origine multifattoriale, non sempre uno stile di vita sano mette al riparo dalla sua possibile insorgenza. Infatti, prima ancora che quello della prevenzione, per il tumore dello stomaco è più importante stressare il concetto della diagnosi precoce (nella pratica, obiettivo più raggiungibile rispetto alla prevenzione stessa). Tuttavia, poiché l’incidenza del tumore gastrico non è molto elevata (come, per esempio, per il tumore della mammella), per esso in Italia non esiste (e non è costo-efficace) un programma di screening su larga scala. La positività del test di ricerca del sangue occulto fecale, eseguita dopo i 50 anni per lo screening del tumore del colon, nel caso di colonscopia negativa, può aiutare a porre il sospetto di una neoplasia gastrica. In ogni caso, risulta determinante la figura del Medico Curante che non sottovaluti ogni sintomo di allarme, soprattutto se prolungato e non responsivo ad un primo trattamento con antiacidi. Senza dubbio, va ricordato altresì che diversi casi specifici meritano una sorveglianza endoscopica con tempi più ristretti, proprio per il rischio di trasformazione neoplastica: per esempio, gastrite
atrofica estesa, aree displasiche o metaplasiche (come per l’esofago di Barrett a livello della
giunzione esofago-gastrica) già individuate ad una endoscopia con biopsia precedente.
Mediante il Medico Curante, si accede ai servizi delle reti oncologiche regionali (laddove istituite e ben funzionanti) secondo percorsi diagnostici e terapeutici multidisciplinari ben definiti. Innanzitutto, va precisato che per una stessa diagnosi di carcinoma gastrico esistono quadri di estensione di malattia ben differenti, da cui dipende strettamente il trattamento. Pertanto, a prescindere dal primo specialista che si incontri diagnosi alla mano (più spesso oncologo medico o chirurgo), il paziente dovrà essere sottoposto ad esami di stadiazione per stimare proprio l’estensione del tumore (vedi sotto). Successivamente, il caso dovrà essere discusso collegialmente nel contesto di un team multidisciplinare costituito da più figure specialistiche (chirurgo, oncologo, radiologo, endoscopista, patologo, radioterapista, nutrizionista, genetista), che individuerà il percorso di trattamento “su misura” secondo le linee guida internazionali.
Per il trattamento di una patologia così complessa, che richiede sempre un approccio
multidisciplinare, è bene rivolgersi a centri ospedalieri di riferimento, che garantiscano la
collaborazione di tutte le figure specialistiche sopra citate con un adeguato volume di neoplasie
gastriche trattate per anno (almeno 20 casi secondo le stime più recenti).
– Tumore familiare/genetico. A chi mi rivolgo?
I centri in cui viene eseguita una consulenza genetica per il tumore dello stomaco ed eventualmente
il test dedicato alla sua diagnosi in Italia non sono molti. Tuttavia, laddove è presente un team
multidisciplinare per il trattamento del tumore dello stomaco, è possibile trovare le giuste
coordinate per lo screening familiare e l’eventuale strategia di sorveglianza o trattamento dei singoli casi.
Come sopra specificato, si ribadisce che è compito del team multidisciplinare identificare il
percorso di cura più appropriato per ciascun paziente affetto da cancro dello stomaco. Esso
dipenderà tanto dal grado di estensione e dalle caratteristiche del tumore, quanto dalle condizioni del paziente. Lo spettro di trattamento è molto ampio: varia dalla semplice resezione endoscopica per il tumore superficiale con rischio pressoché nullo di metastasi linfonodali, dalla chirurgia diretta nei casi di malattia confinata negli strati più della parete gastrica, alla chemioterapia preoperatoria (neoadiuvante; con lo scopo di ridurre la massa e favorire l’eradicazione delle micrometastasi non identificabili, nonché delle cellule neoplastiche in circolo) nel caso di tumori che si approfondano negli strati più esterni dell’organo o che presentino metastasi nei linfonodi vicini, fino alla sfortunata ipotesi della chemioterapia palliativa nei casi di malattia plurimetastatica. Si aggiunge altresì che la chirurgia, diretta o dopo chemioterapia, non di rado viene seguita dalla chemioterapia post-operatoria (adiuvante), dopo verifica istologica (sul pezzo operatorio asportato) di determinate caratteristiche tumorali che espongano al rischio di recidiva del tumore. Non è da escludere del tutto, infine, la possibilità di una chirurgia dopo una efficacissima chemioterapia somministrata inizialmente a scopo palliativo.
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