La Storia di Alessandra

Settembre 2014. Finalmente avevo deciso di riprendere la mia vita tra le mani dopo una separazione.Mio figlio aveva quattro anni ed avevo deciso di iniziare, ogni tanto, ad uscire. L’incontro con una perfetta baby-sitter mi era capitato a puntino e si era anche presentata l’occasione perfetta per sperimentare il nuovo assetto che avevo deciso di dare alla mia vita: aperitivo per compleanno di un’amica. La serata fu piacevole anche se a tratti mi sentivo fuori posto e non ero riuscita né a bere né mangiare, mi mancava l’appetito. Quella sera ritornai a casa digiuna, decisi di mangiare un pezzetto di frisella con del parmigiano.Cosi inizio’ l ‘incubo: il boccone si bloccò tra l’esofago e lo stomaco… feci fatica a buttarlo giù. Si accese una lampadina di terrore dentro di me, intuii immediatamente che avevo qualcosa di grave.

Corsi a farmi l’ecografia allo stomaco e il mio sospetto terrificante divenne realtà: c’era una massa tumorale. Ero con mio figlio e mia madre, le gambe iniziarono a tremare in modo convulso,l’angoscia e la disperazione di quei momenti sono disumani. Da Napoli in pochi giorni salgo su a Verona perché il  prof. De Manzoni mi aveva dato subito un appuntamento. Faccio tutti gli accertamenti che diagnosticano un adenocarcinoma allo stomaco. Mi trasferisco a Verona, iscrivo mio figlio all’asilo e con i miei genitori accanto inizio le chemio neoadiuvanti e a seguire l’operazione. Dopodichè ho  dovuto subire altre tre chemio con taxotere, fluoruracile, cisplatino. Trascorsero mesi atroci e drammatici anche se la forza della vita e la sua quotidianità ti trascinano spesso lontano dal male e dalla morte.Ho belle notizie dall’istologico il tumore da un t3 N0 era diventato un t1 e non c’era stata angioinvasione, non era andato nel grasso, non era stato preso neanche un linfonodo o erano regrediti con la chemio.Dopo la prima infusione adiuvante devono sospenderle, per importante calo di peso e vomito biliare.Iniziano i mesi di recupero ma anche di reflusso biliare che mi ha tormentato fino a questo’estate, poi pian piano  tutto andò scemando, ho ricominciato a mangiare e mi sono ripresa rimangiando tutto. I Primi controlli vanno bene, io mi reincarno nella vita, iscrivo mio figlio in prima elementare, mi iscrivo in palestra, riprendo il lavoro….ero fiduciosa di poter lasciare l’orrore alle mie spalle.A settembre 2015 iniziano i secondi controlli,  il Cea però risulta alto anche se la tac sembrava pulita.Il mio campanello d’allarme si riaccende, sentivo che nonostante tutto qualcosa non andava.Salita a Verona per fare un’altra parte dei controlli il chirurgo insospettito dall’innalzamento di quel valore mi fa fare una Pet.Dopo varie ore mi convoca per parlarmi.Arrivo fuori il suo studio, apro la porta ed incontro il suo sguardo, frugo nei suoi occhi per carpirgli dei segni e da subito diventa chiaro che qualcosa non andava…..la Pet aveva tracciato un piccolo linfonodo tra pancreas e surrene.Anche la tac lo aveva captato solo che chi l’aveva elaborate non se ne era accorta, che ironia della sorte, a volte la vita si prende gioco di te…..Il dramma mi si ripresenta d’accapo, mi sono risentita riportata all”inizio dell’orrore, scoppiò in lacrime, la disperazione riprende il sopravvento sulla gioia della nuova vita di cui ero entrata in possesso e dopo così poco tempo dal primo inferno.Il prof.mi dice subito che secondo lui potevo guarire ancora, che il tumore era fuori dagli organi e che era qualcosa di loco regionale, cioè era probabilmente scappata qualche cellula durante il primo intervento proprio lì dove mi aveva operata.Mi propone di iniziare immediatamente un ciclo di chemio radio e successivo ‘intervento.Devo rilasciare di nuovo la mia città ma soprattutto la luce della mia vita che è mio figlio mentre la prima volta almeno l’avevo vicino.

Così ho fatto, un ciclo durissimo di terapie in stato di ricovero, perché la radio allo “stomaco” è devastante, specialmente dopo una gastrectomia totale, ho ricominciato a vomitare bile quindi ho trascorso  un mese in ospedale con le sacche alimentari.Mi hanno rioperata martedì 15dicembre 2015.Sembra che tutto sia andato bene anche se mi sento una sopravvissuta.Spero di recuperare un po di umanità.Sono in convalescenza e ritrovarsi di nuovo con una dolorante ferita, buchi del drenaggio ecc.ecc.mi sa ancora di assurdo, a così poca distanza dal primo intervento.in certi momenti non si può che accettare la vita e ciò che ti mette sul tuo cammino, ciò’non significa essere passivi, ma la rabbia O’Reilly  e non bisogna disperdere le proprie energie.

Non so se ci credo veramente così come mi dicono, di poter avere un’altra possibilità’,ma so che man mano che mi sentirò meglio la vita mi trasportera’nel su flusso….

Ci accorgiamo che la morte vive affianco alla vita solo quando ci succedono eventi tragici, ma così è.