La storia di Alessandro

Il 2016 fu un anno particolare. 

A 39 anni avevo un lavoro. 

Le mie passioni oramai realizzate. La politica in primis, da anni consigliere comunale. 

La musica: suonare le mie chitarre in giro con la mia band. 

Avevo due splendidi figli, uno di nemmeno un anno.

Avevo l’amore della mia vita. Con lei avevo raggiunto la mia maturità. E con lei decidemmo di sposarci nel luglio di questo 2016.

Tutto andava alla grande avevo tanti progetti. Anche se alla fine del 2015 avevo avuto dei problemi di reflusso e di bruciore che il mio medico liquido’ come stress dato dai miei impegni e quindi mi  curò con  un gastroprotettore che, ahimè, ebbe non effetto sui miei problemi.

A giugno 2016, mentre ci preparavamo al matrimonio, cominciai a risentire dolore al torace. Mi dissi che, dopo il matrimonio, avrei approfondito la questione, anche perché, stupidamente, pensai che le cene, i troppi alcolici e le sigarette di quel periodo, sommati allo stress, potevano essere  la causa di quei dolori.

, Il 2 luglio mi sono sposato. Un giorno da favola. Mia moglie era bellissima nel suo vestito da sposa ed io ero felicissimo.

Non so se fosse la felicità, o la dieta post festeggiamenti, ma per un mese i miei fastidi erano quasi spariti. 

Decidemmo di andare in vacanza in Puglia. 

Era la fine di agosto: fu una tragedia. I giorni prima della partenza tornarono i dolori. In vacanza non riuscivo a mangiare nulla,  avevo un “coltello” infilato al centro del torace. Tornato a casa ho raccontato a mia madre la cosa, e lei, che anni addietro ha avuto sintomi simili, mi disse che poteva essere un’ ulcera.

Prenotai una gastroscopia e smisi immediatamente di fumare. Il 4 settembre feci la gastro ed effettivamente c’era un ulcera. Fortunatamente  il gastroenterologo fece l’ istologico perché  “vedeva qualcosa di strano”. Il 19 settembre, con la mente piena di progetti da realizzare, insieme a  mia moglie,  andai all’ospedale a ritirare l’ esame. A mia moglie avevo detto che usciti da lì,  saremmo andati a comprare un nuovo divano. Invece mi diagnosticarono un carcinoma con anello con castone che aveva ulcerato nel mio stomaco. E non pensammo più al divano…

Il mio primo pensiero, guardando mia moglie,  fu quello di  ritenere che stavo rischiando di lasciare lei e i miei figli soli. 

Non pensai a me,  alla mia possibile morte. No, pensai a loro.

Usciti di lì fu tutta una corsa contro il tempo e grazie ai classici  colpi di fortuna il giorno  11 ottobre 2016 ero già “sotto i ferri”. Gastrectomia totale e rimozione della cistifellea. Il 12 ottobre giravo per il reparto tutto sudato.

 Pensavo: he altro mi può succedere di Peggio? Ero entrato che pesavo 84 chili. Dopo 48 ore forse non arrivavo a 78. 

Invece il calvario era appena iniziato. Tra i linfonodi rimossi ce n’ era uno intaccato dalla malattia e quindi ho “vinto”  8 cicli di chemio di oxaliplatino e  Xeloda … e chi li dimentica più questi nomi!

Il 18 ottobre compio 39 anni in ospedale. Esco di lì due giorni dopo. Snello e piegato su me stesso.

A novembre prima chemio. Se sapere del tumore mi aveva tolto il fiato e la voglia di pensare al futuro, se l’ intervento mi aveva menomato e dato il via ai problemi con il cibo, la chemio,  in sei mesi,  mi aveva portato all’inferno: vomitavo continuo, piedi e mani doloranti…  uno scheletro mi guardava dallo specchio. Non potevo fare niente. Le mie amate chitarre buttate in un angolo,  le mani formicolanti e insensibili non mi permettevano di reggere una forchetta. Impossibile pensare a suonarle. All’inizio sono riuscito anche a riandare qualche volta in Comune, ma da gennaio 2017 ad aprile ho conosciuto solo il letto e il divano. Sono arrivato all’ultima chemio che pesavo  67 chili. Faticavo a  respirare….

A maggio sono di nuovo in Comune a battagliare. A giugno scopro la mountain bike. A ottobre arrivano i 40 anni.

Grazie a mia moglie e ai miei figli sono ancora in piedi. 

E penso. 

È il momento di cambiare: intanto mentalità, non al futuro ma all’ oggi. Basta con la Politica. Tanta bici e tanta chitarra. Recupero peso. I problemi nelle nostre condizioni sono tanti. Io per esempio, mi sono ritrovato di nuovo a soffrire con i calcoli renali. Ogni tanto, non so da dove, spuntano nuovi dolori.

Il ristorante è un incubo. 

Però sono qui! 

Alla soglia dei 45 anni. Ho rallentato i miei ritmi ma comunque ho ancora modo di togliermi qualche soddisfazione, anzi a volte si fanno follie che prima ci si pensava due volte a farle. Insomma una nuova vita, dove ti tieni il meglio della precedente e cerchi di costruire su questo presente così incerto. Questo il mio mantra.

Ce la mettiamo tutta. Dobbiamo mettercela tutta. Anche  e soprattutto nelle nostre condizioni si può continuare a camminare. La vita, la mia vita ce lo insegna

Potete contattarmi qui: alebattisti1977@gmail.com