La storia di Elena

La mia storia inizia tanti anni fa, esattamente nel 2002 (avevo 57 anni) , quando il mio medico di base  di allora, una dottoressa, con molta attenzione ai  sintomi che le riferivo ( difficoltà a digerire, acidità….) mi prescrisse una gastroscopia con istologico il cui esito recitava: esofagite da riflusso di 1° grado e positività all’helicobacter  pylori.  Fatta la cura per la sua eradicazione, l’anno seguente rifeci la gastroscopia che risultò negativa per l’helicobacter  ma rilevava una “mucosa antrale” debolmente iperemica”. Mi venne prescritta una capsula di “Antra” che assunsi per anni. Contemporaneamente iniziai a essere seguita da un gastroenterologo per un problema di colestasi epatica che  mi prese in carico anche per i controlli allo stomaco e all’intestino. Negli anni seguenti feci altre due gastro sempre con istologico negativo che rilevarono però mucosa iperemica ed esofagite. I miei problemi di riflusso continuavano anche se non notavo aggravamenti particolari. Devo specificare che io ero e sono tutt’ora, quasi del tutto vegetariana: non mi piacciono carne e pesce mentre adoro tutte le verdure, i legumi e i latticini. Sono totalmente astemia e ho smesso di fumare nel ’92.

Arriviamo quindi a luglio del 2014 ( avevo 69 anni)  quando rifeci la gastro il cui esito fu “ernia iatale da scivolamento, gastropatia iperemico erosiva dell’antro”. In attesa dell’istologico andai tranquillamente in vacanza in quanto non mi sembrava una diagnosi preoccupante, così mi disse anche il medico. A fine luglio quando mi recai in ospedale  a ritirare l’istologico venni chiamata dal medico che mi aveva fatto la gastro che mi comunicò che nella” mucosa gastrica dell’antro e di transizione dall’antro al corpo” era stato rilevato un focolaio superficiale di carcinoma a cellule ad anello di castone e che  dovevo essere operata al più presto. Mi recai immediatamente dal gastroenterologo che mi seguiva il quale mi indirizzò all’ospedale Molinette di Torino nel reparto di chirurgia del prof. Fronda, un reparto di eccellenza per questo tipo di interventi. Da quel momento ebbe inizio la mia convivenza con la malattia che, per mia fortuna, venne diagnosticata abbastanza precocemente.. Dopo un primo momento di “sbandamento emotivo” durato veramente pochi giorni,  subentrò in me una voglia di combattere e di resistere alla paura e all’angoscia. In questo venni supportata da mio marito che mi è stato molto vicino fin dai primi momenti. Non dissi nulla a mia figlia che in quel momento era in vacanza, non volevo allarmarla e soprattutto volevo informarla guardandola in faccia. Al suo ritorno organizzai una cena e al termine, dopo aver allontanato con una scusa la mia nipotina che allora aveva 4 anni, detti la notizia. Mi trovai a dover essere io a confortarla piuttosto che il contrario, tanto fu  negativa la sua reazione!  Dopo vari accertamenti in day hospital il 16 settembre 2014 venni ricoverata alle Molinette e il 17 operata: gastrectomia subtotale , tolti 15 linfonodi e colecistectomia  profilattica. Esito dell’istologico G3 pT1bpN1. Per quell’unico linfonodo metastatico mi toccarono per 7 mesi , 12 cicli di chemio adiuvante con schema DeGramont (fluorouracile). Furono mesi duri, per due volte dovetti sospendere le sedute per problemi con gli esami del sangue  e poi tac, altre gastro  fino all’inizio del follow-up a giugno del 2015. Contemporaneamente alla chemioterapia iniziò anche un percorso presso  Day Hospital Nutrizione clinica che mi controllava il peso, approfondiva con analisi del sangue e forniva consigli pratici per  la mia dieta. Avevo perso circa 5 kg che nel giro di due anni riuscii quasi del tutto a recuperare in quanto non ebbi mai particolari problemi ad alimentarmi.

Oggi, 17 settembre 2017, festeggio i tre anni dall’intervento e i 72 di età . Sto abbastanza bene salvo il problema del riflusso che non è affatto migliorato con l’intervento e qualche altro acciacco  (osteoporosi conclamata, problemi alla tiroide…..) ma tutto sommato riesco a condurre una vita normale. Al momento non sono sopravvenute recidive ma io sono perfettamente cosciente che la “bestia” è sempre in agguato e non bisogna mai mollare…..

Non voglio dare consigli a nessuno perchè ognuno di noi ha una storia a sé ma io sono riuscita a convivere con la malattia senza mai lasciarmi andare seguendo alcune regole:

1) vivere ogni giorno non rinunciando a nessuna delle cose, piccole o grandi, che posso permettermi: una passeggiata, una vacanza, un film , una chiacchierata o un semplice incontro con amici…..

2) stare lontano dalle persone negative, quelle che mi creano ansia o mi fanno arrabbiare….

3) continuare nelle attività che mi interessano. Io faccio parte di un’associazione di volontariato che opera nelle scuole e per tutti questi anni, pur con molti limiti, ho continuato a partecipare alle attività o a organizzarle.

Oggi il  supporto della famiglia è ancora fondamentale e la voglia di vedere crescere la mia nipotina mi dà forza e coraggio per andare avanti con serenità ma devo altresì riconoscere l’aiuto che  ho avuto e sto avendo dal gruppo e dalla nostra associazione “ Vivere senza stomaco si  può”. Nel convegno dello scorso anno a Roma e nell’assemblea di Bologna ho conosciuto molti di voi che considero ormai miei amici e mi sento  coinvolta nei progetti che la presidente sta portando avanti. Anch’io, nel mio piccolo, sto cercando di dare il mio contributo.

Buona fortuna e un grande abbraccio a tutti “i guerrieri”!

Elena Cattaneo