
La traduzione letterale di sliding doors è “porte scorrevoli”, ma, dopo l’uscita nel 1998 del film omonimo, la locuzione ha assunto anche un significato astratto e figurativo, per indicare un momento topico di un evento o di una storia che può cambiarne imprevedibilmente la piega e cambiare la vita di una persona in modo altrettanto imprevedibile.
Ebbene, a me è successo esattamente una cosa simile! Nonostante evidenti sintomi di malattia (vomitavo tutte le sere, non digerivo niente…) la mia allergia ai dottori mi portava a non prendere in considerazione questi malesseri. Il destino ha voluto che una mia amica, per un impegno sopraggiunto, rinunciò ad una visita dal gastroenterologo cedendomi il suo posto. Così sono stato visitato, operato di urgenza e gastroresecato totale a causa di un carcinoma.
Inutile spiegare le difficoltà successive all’operazione a chi l’ha già subita, le hanno provate sulla propria pelle! Altrettanto inutile spiegarle a chi non l’ha subita, difficilmente riusciranno a capire!
Posso solo affermare che da allora la “sliding doors” della mia vita ha preso una piega diversa: vedo la vita con occhi nuovi, ho un approccio diverso nei confronti di chi soffre, valuto con meraviglia le piccole cose che prima non consideravo, dò maggiore importanza al qui ed ora valorizzando quello che faccio nella quotidianità, sono meno attaccato ai miei bisogni e cerco di vivere la mia malattia con una cura integrale: corpo, mente e spirito.
Un pensiero non può mancare per i nostri amici che non ce l’hanno fatta, compreso mio fratello Nico, che aveva la stessa patologia, ma non ha avuto la mia fortuna. A loro deve andare tutto il nostro impegno associativo per far sì che le diagnosi precoci siano sempre più presenti nelle visite di tutti.