Progetti degli ospedali
Careggi Firenze Una preparazione personalizzata all’intervento chirurgico: la “Pre-Habilitation”
Il periodo che precede un intervento di chirurgia maggiore, dal momento della diagnosi al giorno dell’operazione, è tradizionalmente considerato un tempo di attesa durante il quale i pazienti si sottopongono ad esami diagnostici che consentono di preparare la fase intra- e post-operatoria. Questo periodo di attesa genera spesso ansia e timore nei pazienti.
I maggiori sforzi del periodo pre-operatorio sono attualmente impiegati per individuare fattori di rischio medici (quali ad esempio il diabete, le malattie cardiovascolari, o le malattie respiratorie) con la finalità di poter predire il rischio di sviluppare complicanze postoperatorie e pianificare un adeguato trattamento chirurgico e anestesiologico. Scarsa attenzione invece è rivolta verso i fattori di rischio potenzialmente modificabili come la ridotta capacità funzionale, la malnutrizione e gli stili di vita poco sani e tendenzialmente sedentari (come il fumo di sigaretta, l’abuso di alcol e la scarsa attività motoria) sebbene rivestano un equivalente valore prognostico. È infatti ben noto che i pazienti con una ridotta capacità funzionale, ovvero con una ridotta capacità di compiere attività quotidiane, come pazienti anziani, pazienti con malattie oncologiche, fragili, malnutriti o socialmente emarginati, abbiano un rischio più elevato di sviluppare complicanze postoperatorie, una degenza ospedaliera prolungata e i loro interventi siano gravati da un tasso di mortalità più elevato.
La capacità funzionale di un paziente è determinata dall’efficienza cardiaca, polmonare, muscoloscheletrica e dallo stato nutrizionale e psicologico e viene ulteriormente ridotta dallo stress determinato dall’intervento chirurgico. Dopo la chirurgia la capacità funzionale necessita di molto tempo per ritornare ai livelli pre-chirugici, ritardando quindi il ritorno alle attività quotidiane svolte dal paziente prima della operazione.
È per queste ragioni che il periodo che precede un intervento di chirurgia maggiore rappresenta un’opportunità fondamentale per preparare il paziente allo stress chirurgico, aumentandone preventivamente la sua capacità funzionale, e attenuando di conseguenza il declino funzionale indotto dalla chirurgia. Sarebbe come prepararsi fisicamente e psicologicamente alla “maratona della propria vita”.
Il programma innovativo di Preabilitazione (in ingelese Pre-Habilitation) sviluppato negli anni dal Prof. Francesco Carli della McGill University, si pone come obiettivo quello di sfruttare il periodo preoperatorio (al contrario dei programmi di Riabilitazione che intervengono dopo la chirurgia) con percorsi specifici di esercizio fisico aerobico e di resistenza, ottimizzando lo stato nutrizionale e proteico del paziente e mitigando l’ansia associata all’attesa dell’intervento chirurgico. Questo tipo di preparazione richiede un approccio strutturato e multidisciplinare che includa numerose figure professionali: anestesisti, chirurghi, dietisti, fisioterapisti, geriatri, medici dello sport e psicologi che, con le loro competenze specifiche, possono preparare il paziente ottimizzandone e aumentandone la capacità funzionali prima dell’intervento. La durata media è di circa 4-6 settimane, con sessioni di esercizio settimanali in centri specialistici o a casa a seconda delle necessità del paziente. I risultati degli studi svolti in questi anni hanno confermato che i programmi di Preabilitazione aumentano in modo significativo lo stato funzionale del paziente durante la preparazione all’intervento, mitigano il declino funzionale indotto dalla chirurgia e accelerano il recupero postoperatorio, raggiungendo a volte livelli funzionali anche superiori a quello di partenza, soprattutto nei pazienti più fragili. Alcuni studi recenti hanno dimostrato anche una riduzione delle complicanze postoperatorie. I programmi di Preabilitazione rappresentano inoltre un’opportunità per diffondere anche nei pazienti anziani e fragili, stili di vita sani come lo svolgimento di attività fisica su base regolare, l’esercizio fisico e una buona alimentazione che, a lungo termine, potrebbero avere anche un impatto positivo nel miglioramento delle malattie cardiovascolari croniche, respiratorie e alcune malattie metaboliche.
In conclusione, i programmi di Preabilitazione permettono ai pazienti chirurgici di prepararsi allo stress fisico dell’intervento sfruttando gli svariati effetti benefici dell’esercizio fisico, di una buona alimentazione e di una mitigazione dello stress psicologico, come un corridore in preparazione di una maratona.
L’Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi sta realizzando un centro specificatamente dedicato ai programmi di Preabilitazione per questi pazienti che, destinati a chirurgia maggiore, possono essere preparati ad affrontare questo difficile momento della vita. Il Prof. Gabriele Baldini, professionista recentemente approdato dalla McGill University alla Struttura Operativa Dipartimentale Anestesia Oncologica e Terapia Intensiva, il Prof. Stefano Romagnoli, che dirige l’unità operativa, e la Dott.ssa Teresa Mechi, Direttrice Sanitaria dell’Azienda, stanno lavorando per mettere assieme tutti i tasselli necessari per realizzare il mosaico di questo innovativo progetto.
Il Programma di Preabilitazione Multimodale, si pone come obiettivo quello di sfruttare il periodo preoperatorio (al contrario dei programmi di Riabilitazione che intervengono dopo la chirurgia) con percorsi specifici di ottimizzazione medica, esercizio fisico aerobico e di resistenza, ottimizzando lo stato nutrizionale e proteico del paziente e mitigando l’ansia associata all’attesa dell’intervento chirurgico. Questo tipo di preparazione richiede un approccio strutturato e multidisciplinare che includa numerose figure professionali: anestesisti, chirurghi, dietisti, fisioterapisti, chinesiologi, geriatri, medici dello sport e psicologi che, con le loro competenze specifiche, possono preparare il paziente ottimizzandone e aumentandone la capacità funzionali prima dell’intervento, per ridurre quindi il rischio di complicanze postoperatorie e facilitare il loro recupero postoperatorio.